HUMINT Human Intelligence: ricerche, dossier o missioni segrete?

 

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Rientra nella categoria Human Intelligence tutto il lavoro che viene svolto dalle agenzie governative e da grandi aziende attraverso l’utilizzo di agenti che si relazionano, in linea di massima, con fonti umane.

 


Esistono tre classificazioni principali che spaziano dal monitoraggio e l’osservazione diretta di fonti aperte all’utilizzo di informatori e spie per ricercare fatti di interesse politico, istituzionale, militare e commerciale.

La HUMINT non è una fonte di sola Intelligence diretta, ma anche di informazioni di pregnante valore “contro-spionistico”.

Le attività si differenziano solitamente in tre categorie:

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–   Overt (attività aperte)

Sono quelle attuate senza nascondere le operazioni cui si dà corso e si traducono nella semplice acquisizione di elementi informativi attraverso osservazione o consultazione di fonti “aperte”; mentre ci sono iniziative che meritano livelli di protezione e riservatezza, queste sono eseguite alla luce del sole avendo solo cura di mantenere segrete le finalità per le quali le attività hanno luogo.
Rientrano, ad esempio, in questa “classe” i programmi convenzionali di interrogatori di emigrati, esuli, rifugiati e prigionieri di guerra, i debriefing degli equipaggi aerei e dei viaggiatori, i piani di esame analitico di giornali e altre pubblicazioni a stampa.

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–  Sensitive (attività critiche)

Vale a dire quelle “critiche”, tutelate da estremo riserbo in merito al committente ma effettuate in un sostanziale ambito di legalità.

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–  Clandestine (attività sotto copertura)

Parliamo di operazioni “sotto copertura”, gestite in totale segretezza con agenti che celano l’identità e gli obiettivi delle azioni messe in campo.

Spesso questo tipo di operazione autorizza azioni e comportamenti degli agenti in contrasto con le leggi del Paese in cui si opera.

 

Nelle azioni di intelligence servizi segreti  è frequente il fenomeno del doppio gioco, praticato da sempre, per le motivazioni più disparate: offerte di denaro, astuzia degli apparati nemici, controinformazione, contro-contro-spionaggio etc.

Tra le diverse fonti HUMINT possibili ricordiamo: il pattugliamento ordinario, ricognizione speciale, consiglieri militari d’ambasciata, rapporti diplomatici, prigionieri di guerra, rifugiati, viaggiatori intervistati, organizzazioni non governative fino ad arrivare allo spionaggio vero e proprio.

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Ogni tipo di interazione ha il suo protocollo basato sulle modalità di interlocuzione e sulla qualità e la quantità di informazioni che è necessario ottenere dalle fonti.

 

In che occasione viene usata la Human Intelligence?

In primo luogo quando è necessario acquisire prove documentali per accedere ad informazioni scientifiche e tecnologie belliche che possono offrire un vantaggio nella costruzione di armi.

Grazie alle operazioni HUMINT è possibile descrivere strutture sotterranee, interni di immobili, luoghi inaccessibili o parzialmente inaccessibili in altri modi e zone impervie  per valutare le caratteristiche strutturali di un luogo e scoprirne le vulnerabilità.

Importantissime sono le informazioni sulle produzioni militari e civili, il ruolo delle diverse strutture, le materie prime, la logistica dei materiali e le relazioni dirette e indirette tra le diverse istallazioni, ma è fondamentale che questo tipo di scoperte vengano comunicate in tempo reale agli analisti che le intrecciano con altre fonti.

Quando l’intervallo di tempo che scorre tra acquisizione, report e verifica di un determinato dato è eccezionalmente lungo è possibile rendere incapace l’Agenzia di Intelligence di rispondere velocemente a determinate azioni rendendo vani tutti gli sforzi precedenti.

Altri punti di debolezza di questa particolare classificazione di Intelligence sono certamente la possibilità di influenze ed interferenze politiche, l’affidabilità delle fonti e la difficoltà di valutazione e verifica, l’ampiezza e l’impurità delle informazioni da analizzare.

“Se è vero che esistono per ogni tipologia di investigazione i pro ed i contro possiamo comunque affermare che l’uomo è l’unico che, nel bene o nel male, può rilevare sensazioni e stati d’animo, impressioni ed atmosfere.”

 

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