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Un po’ di chiarezza sul “dossier alloggi”

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alloggi difesa

Considerata l’attenzione che stanno riservando i media in queste ore al dossier alloggi colgo l’occasione per fare un po’ di chiarezza su una delega che mi ha visto in prima linea nel Governo Conte I.

Già un anno fa resi pubblici i numeri che, grazie ad un lavoro molto oneroso portato avanti dagli uffici dello Stato Maggiore della Difesa, dal Gabinetto del Ministro e delle singole Forze armate, ci hanno permesso di ottenere una fotografia dello stato dell’arte.

Partendo da questi dati ho costruito insieme al mio staff una serie di ipotesi utili a riorganizzare una situazione molto eterogenea riguardante la gestione degli immobili e, più nello specifico, la problematica degli alloggi.

La criticità più grande che abbiamo riscontrato, e che personalmente ritengo essere un prerequisito per la ricerca di soluzioni efficaci, è che il censimento ed i processi di gestione degli alloggi non sono ancora adeguatamente digitalizzati. È necessario dare un’accelerata nel trovare un nuovo modello tecnologico che possa superare quello attuale che, nonostante i diversi aggiornamenti, risulta essere ancora inadeguato.

Entrando nella problematica dei “sine titulo” invece, la mia posizione è stata sempre molto chiara, al netto di casi limite che devono trovare tutela, la Difesa deve accelerare nella riacquisizione dei propri beni.

In Parlamento da mesi sono state depositate diverse risoluzioni, tra queste c’è quella del deputato Frusone che esprime un concetto molto chiaro: le categorie degli alloggi vanno suddivise in due grandi gruppi. Il primo legato alla funzione svolta, che fa decadere il diritto una volta venuta meno l’esigenza operativa dell’occupante, ed il secondo legato alla situazione economica, che può rappresentare un supporto per chi, dovendo prestare servizio in città caratterizzate da un costo della vita troppo alto o ritrovandosi in una situazione temporanea di difficoltà economica, necessita di un supporto provvisorio dall’amministrazione.

Relativamente la mobilità abbiamo fatto un ragionamento molto approfondito sulle considerevoli differenze del costo della vita che esistono tra le diverse regioni, province e città nel nostro Paese.

Non dimentichiamo che i nostri interessi geopolitici sono rivolti al Mediterraneo e, considerata la grande percentuale di uomini e donne della Difesa che hanno origini del Sud, in tanti potrebbero trarre giovamento da una riorganizzazione geografica delle funzioni. Magari offrendo la propria professionalità più vicini alla famiglia.

Oggi la delega non fa più capo ai miei uffici ma, sono sicuro che il Sottosegretario Calvisi continuerà a fare passi in avanti, perché risolvere queste situazioni vuol dire aiutare i nostri uomini e le nostre donne, trovare le risorse utili a ristrutturare i beni demaniali in uso alla nostra amministrazione e garantire maggiore dinamicità nella mobilità delle funzioni. Il lavoro che abbiamo costruito insieme al Sottosegretario Volpi è la dimostrazione che, quando si parla di interesse nazionale, i partiti e i movimenti devono fare un passo indietro e l’unico obiettivo è servire le istituzioni.

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