Jan Philipp Albrecht, vicepresidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni in Parlamento Europeo, interviene al convegno “Verso una Costituzione per Internet?”.
Condivido l’obiettivo di una Carta dei Diritti, una Costituzione per internet. E’ il momento giusto di parlare anche di tutela della privacy e della protezione dei dati.
In questo momento il Parlamento Europeo ha approvato in prima lettura il nuovo regolamento sulla protezione dati, il Consiglio deve ora esprimere una propria posizione per favorire il negoziato sul regolamento citato (che fu proposto dalla Commissione Europea nel gennaio 2012).
Questo nuovo regolamento vuole sostituire la direttiva 95/46 , unica che ad oggi offre ai paesi membri una cornice di attuazione nazionale in tema di tutela dei dati.
Si intende creare un testo unico valido in tutta Europa, condizioni eque e paritarie per tutti coloro che trattano dati personali sul mercato europeo.
Esso verrà applicato non solo al settore privato ma anche alle attività del pubblico.
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Ci aspettiamo dal Consiglio una direttiva sulle attività di contrasto che sia al passo con le problematiche emerse dall’utilizzo di Internet
Il regolamento europeo sarà applicato dai tribunali nazionali e si sostituirà alla normativa preesistente.
In caso di questioni interpretative la competenza spetta alla Corte di Giustizia Europea. l’organo che deciderà anche sulla conformità del regolamento alla carta fondamentale dei diritti ed i trattati in essere
Già nel 2011 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che impegnava la Commissione su 4 punti (sintesi):
1 Una norma quadro semplificata per tutti gli stati membri al posto delle attuali 28 visioni nazionali, che regolamentasse anche i dati in entrata ed uscita dall’Unione Europea (non fu votata la proposta di cooperazione tra forze di polizia)
2 Rafforzare i diritti personali del titolare dei dati con la possibilità di cancellazione degli stessi (oggi lo chiamiamo diritto all’oblio anche se “cancellazione” è forse più appropriato in quanto questa azione oggi è diventata molto difficile da attuare)
3 Il diritto di accesso alla rete e la portabilità dei dati
4 Trasparenza delle procedure e politiche di informazione sulle nuove tecnologie con apparato sanzionatorio comune tra gli stati.
Attraverso questi strumenti sarà quindi possibile per il proprietario dei dati far valere tempestivamente i propri diritti.
La sentenza Google ha dimostrato che è stata necessaria troppo forza e determinazione per raggiungere la chiarezza di fronte alla Corte di Giustizia Europea.
Un compromesso da ricercare tra le forze politiche potrebbe certamente indebolire le norme che arriveranno in Parlamento, è necessario consolidare e non rivoluzionare gli sforzi degli ultimi 30 anni.
Bisogna andare oltre la frammentazione diversità di principi per arrivare ad una certezza del diritto e definire degli standard a livello europeo e nei confronti del mondo esterno.
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Siamo già in ritardo, abbiamo bisogno di qualcosa di più solido a livello europeo ed il consenso trasversale di questa iniziativa dimostra che la strada è quella giusta.
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