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Intelligence collettiva: evoluzione delle fonti e tecnologia dei dati

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Ciao a tutti, siamo pronti per affrontare il terzo video della serie Informazione, comunicazione e sicurezza. Oggi approfondiremo nuovamente il concetto di fonte e parleremo di tecnologia dei dati.

Come vi ho già accennato questo lavoro è parte integrante della tesi del Master di II livello in Intelligence e Sicurezza conseguito nel 2016:
“INTELLIGENCE COLLETTIVA”: Un futuro modello di gestione dell’informazione pubblica, ex ante, in itinere, ex post evento critico.

Ma partiamo subito e mi raccomando… commentate, criticate e proponete le vostre idee sotto questo video.

Ogni governo sceglie in relazione al proprio posizionamento geopolitico una strada differente per difendere e sostenere i poteri economici ed i valori politici di cui è portatore.

La Cina ha chiuso l’accesso alla rete ad una consistente fetta del Paese con quella che viene definita dagli americani “la grande muraglia digitale” e lascia aperte le comunicazioni con il resto del mondo solo in ambito commerciale; l’India da anni porta avanti un progetto di sistema operativo nazionale per rendersi indipendente dai software stranieri; gli Stati Uniti alla censura, che pure attuano in modo molto invasivo dopo il “patriot act”, prediligono il controllo costante; la Russia gestisce la questione consegnando ai servizi segreti un passepartout con accesso diretto ed illimitato ai providers telefonici per controllare e stroncare prontamente informazioni scomode.

Fortunatamente la struttura stessa di internet non consente a tutti questi Paesi di avere un controllo completo degli utenti e, nonostante gli ingenti investimenti, è possibile, per chi ha approfondite conoscenze informatiche, sfuggire agli occhi vigili della censura.

Anche in Europa, esclusa qualche mosca bianca, molti governi stanno producendo legislazioni tese a comprimere i diritti della persona nella fruizione del cyberspazio, ma la rete conserva in sé il seme della libertà ed è portatrice di speranze democratiche che la rendono difficilmente controllabile in toto; essa mantiene sacche importanti di resistenza politica che si impegnano a livello globale per la difesa di queste sue naturali prerogative.

Pur disponendo, dunque, di tutte queste nuove fonti dobbiamo essere ben coscienti delle potenzialità e dei limiti di ognuna di esse per valutarne in modo profondo l’attendibilità. Dalle forme orali di trasmissione all’attuale sovrabbondanza di codici e strumenti di diffusione, la più grande innovazione è stata certamente quella di permettere al singolo individuo di diventare non solo fruitore ma soprattutto origine dell’informazione.

Le fonti di approvvigionamento delle informazioni hanno avuto quindi un progressivo sviluppo, hanno generato un percorso in continua accelerazione in cui l’uomo ha attraversato delle importanti e radicali trasformazioni. L’osservazione diretta della realtà, il contesto familiare, i luoghi della scolarizzazione, le comunità religiose, la stampa, la radio, la tv ed il cyberspazio hanno modificato la quantità e la qualità delle informazioni in nostro possesso migliorando potenzialmente la nostra capacità di leggere la realtà e prendere decisioni. L’immensa mole di informazioni di cui disponiamo ci offre oggi nuove possibilità sociali, politiche ed economiche e la più grande sfida tecnologica si fonda proprio sull’innovazione nella capacità di ricerca ed analisi automatizzata di questa sovrabbondanza di dati.

La trasparenza, la bi-direzionalità, la tracciabilità e la reputazione sono i nuovi concetti chiave che guideranno i progressi sociali di un futuro abbastanza vicino.

Movimenti sociali, politici e religiosi hanno già oggi usufruito di queste nuove dimensioni dell’informazione per costruire dal basso delle idee che si sono diffuse con estrema rapidità a livello globale.

Le fonti ufficiali continuano ad influenzare fortemente la cultura sociale dominante, ma oggi sono fortemente depotenziate dall’influenza di fonti indipendenti che si sono costruite nel tempo una buona reputazione.

La comunità Intelligence nell’applicare il metodo scientifico è arrivata a costruire e definire la matrice relativa all’affidabilità delle fonti ed alla veridicità della notizia.

Scrivere delle leggi che possano regolare questo gioco di forza tra il potere costituito ed il singolo cittadino è la sfida che si sta riproponendo la politica internazionale.

Inutile nascondersi che questa strada è impervia e piena di ostacoli: ci si muove su una pericolosa linea di demarcazione che separa una visione paternalistica proiettata verso il controllo e la censura da una concezione che si identifica nell’espressione del pensiero libera da ogni sorta di costrizioni.

Chi opera in questo ambiente così eterogeneo è la comunità Intelligence, che, se da un lato ha l’arduo compito di dover garantire la sicurezza, dall’altro, per legge, deve farlo nel rispetto dei diritti fondamentali della persona e della Costituzione.

Diritti fondamentali e privacy sono temi di cui non parleremo in modo approfondito in questo elaborato e per i quali si consiglia la lettura del lavoro parlamentare fatto nella XVII Legislatura intitolato “Verso una Costituzione per Internet”, una carta dei diritti di Internet composta da quattordici articoli che spaziano dal diritto all’accesso all’educazione passando per la neutralità della rete, la privacy e l’oblio.

2 COMMENTS

  1. Buongiorno,
    premetto che sono dotata delle competenze tecniche della cittadina-media nell’approccio con il mondo di internet e delle comunicazioni e mi conforta sapere che il nostro sistema di intelligence DEVE carico “del rispetto dei diritti fondamentali della persona”; vorrei quindi sapere se le politiche di “chiusura della Cina e dell’India” offrano ai propri cittadini maggiori garanzie di quelle russe e, in particolare, come si colloca l’Italia.
    Grazie
    FL

  2. vorrei anche sapere, in una ottica di giustizia, tutela dei diritti costituzionali e di intelligence partecipata, se negli ultimi 13 anni all’interno del COPASIR siano state avallate pratiche di costante violazione dei diritti fondamentali della persona delle cittadine italiane, anche oggettivamente e clamorosamente al di fuori di necessità di prevenzione, ma per mero dossieraggio.
    O – quanto meno – se il COPASIR ne sia a conoscenza. Poichè in caso negativo sarebbe un bel problema di sicurezza nazionale.
    Buona giornata
    Francesca Longhi

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