M5S presentati dossier e interrogazione parlamentare suI fiume Sarno: “Uno scandalo”
Nel febbraio 2013, un gruppo di 75 attivisti del M5S Campania, ha costituito il “tavolo tecnico Sarno” con l’intento di acquisire informazioni, documenti e dati aggiornati sullo “stato di salute” del bacino idrografico del fiume e dei suoi abitanti che ormai da 40 anni vivono in perenne stato di emergenza ambientale e sanitaria.
Grazie al lavoro del gruppo di attivisti sono stati presentati un dossier e due interrogazione parlamentare per richiedere interventi immediati e dare il via ad una vera bonifica del Sarno, bomba ambientale che mette a rischio la salute di un territorio che coinvolge oltre trenta comuni.
La motivazione che ha spinto il gruppo di lavoro del M5S Campania, ad occuparsi di questo annoso problema, è nata dall’esigenza di offrire un contributo critico, e se possibile risolutivo, al DISASTRO AMBIENTALE e SANITARIO del bacino del Sarno che, giorno dopo giorno, assume dimensioni sempre più consistenti a causa dell’imponente e continua contaminazione delle acque superficiali, acque sotterranee, mare, suolo, atmosfera, flora e fauna con portata distruttiva per l’ambiente e la salute delle persone. Parliamo di un’area molto vasta, che abbraccia 33 comuni compresi tra le province di Napoli, Salerno e Avellino, con una elevata densità antropica ed è quindi ben chiara l’entità del disastro perpetrato.
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“Lo stato del fiume Sarno – dichiarano Angelo Tofalo, Silvia Giordano e Mimmo Pisano deputati del MoVimento Cinque Stelle – è la sintesi della pessima gestione politico/amministrativa in tema di tutela ambientale e della salute del territorio in Campania. Occorre un intervento a 360° per la pulizia totale del fiume”.
La deputata Silvia Giordano, inoltre, si è impegnata sul tema redigendo una ulteriore interrogazione parlamentare: “Al Signor Ministro della salute ho chiesto di adoperarsi – spiega Silvia Giordano – affinché si attivi per limitare i rischi relativi all’incidenza di malattie tumorali, e non solo, attivando uno stato di allerta della popolazione e sostenendo le spese necessarie per le ricerche statistiche e gli studi. Infine bisogna fare chiarezza sui fatti finora accaduti, destituendo tutti i responsabili in carica ad oggi, verificando l’adeguatezza dei progetti in corso e valutando le opere compiute riconoscendo il danno alla salute e dunque il disastro ambientale che può davvero riportare al ripristino dei luoghi o quanto meno ad una riqualificazione, istituendo una commissione di esperti, per la riqualificazione ambientale, culturale, economica, sociale”.
>>> versione definistiva portale Camera dei Deputati
Al ministro dell’Ambiente, territorio e lavori pubblici.
– Per sapere – Premesso che:
• La salute e la tutela dell’ecosistema e dell’ambiente sono valori assoluti.
• I dati relativi al monitoraggio dell’ecosistema marino del golfo di Napoli, (progetto
ministeriale SIDIMAR a cura di ARPAC e Stazione Zoologica di Napoli) e nuovo monitoraggio
conforme al D.Lgs. 152/2006 a cura di ARPAC; dalla lettura delle tabelle nelle stazioni
relative al tratto di mare prospiciente la foce del Sarno i valori di metalli pesanti e altri
inquinanti sono estremamente elevati, in particolare il cromo sia nell’acqua che nei
sedimenti marini, ad indicare la elevata compromissione della matrice abiotica (acqua
e sedimenti) che immette nella catena trofica inquinanti che, attraverso il processo di
biomagnificazione, concentra nei tessuti dei pesci quantità significative di queste sostanze;
• Analizzando le criticità del progetto di disinquinamento PS3, in particolare della filosofia
“ottimistica” e dell’approccio “tecnologico” che si è portato avanti fino ad oggi, si evince,
invece, la necessità di mettere in campo una strategia biologico-ambientale e degli effetti
sinergici indotti da questa;
• l’emergenza sanitaria dell’inquinamento del Sarno per le popolazioni che vivono nelle
sue vicinanze, mette in evidenza come la presenza nell’acqua di microrganismi di origine
fecale e di metalli pesanti, in concentrazione superiore a quanto stabilito dalla legge (D. Lgs
152/2006 e s.m.i.) determina l’aumento di infezioni quali febbre tifoide, diarrea infettiva,
epatite A, ma soprattutto tumori.
come sia stato possibile realizzare opere senza adeguare tecnologicamente i progetti alla nuova
normativa sull’ambiente, avvalendosi per conto di progetti risalenti al PS3?
Perché non si è fatta una seria valutazione costi/benefici sulla costruzione di grandi opere
inefficienti, costose e di difficile gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria, a fronte
di piccoli interventi di depurazione, di collettamento con reti duali, di ripristino del reticolo
idrografico e di mitigazione del rischio, o di ripristino degli habitat naturali, ad alta efficienza?
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