Il Governo Renzi conferma la linea di svendita e distruzione del paese, anche se lo stesso presenta progetti a tutela dell’ambiente e dell’energia alternativa. Infatti lo Sblocca Italia incentiva il recupero di “oil” (Petrolio), piuttosto che investire in rinnovabili. (Qui, decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014)
Proprio nella nostra Campania sono previste trivellazioni, anche se una legge del 1991 vieta espressamente la ricerca di idrocarburi nel Golfo di Napoli e nel Golfo di Salerno. Adesso grazie allo “#sfasciaitalia” il divieto sarà praticamente abrogato.
“In che modo lo “Sblocca Italia” (o Sfonda Italia) incide sulle trivellazioni in mare?”
Il decreto sembra dare il via libera alle attività petrolifere nelle acque del Golfo di Napoli e del Golfo di Salerno, attraverso una previsione che, solo apparentemente, pare dettata da ragioni di tutela ambientale.
Questa conclusione la si trae dal fatto che la procedura disciplinata all’art. 38, comma 9, si applica “ai titoli minerari (dunque già rilasciati) e (anche) ai procedimenti di conferimento”, ricadenti nelle aree di cui all’articolo 4, comma 1, della legge n. 9 del 1991, cioè il Golfo di Napoli e al Golfo di Salerno.
[divider]
C’è poi il comma 10 dell’art. 38. Esso è relativo alle risorse nazionali di idrocarburi in mare “localizzate in ambiti posti in prossimità delle aree di altri Paesi di riviera oggetto di ricerca e coltivazione di idrocarburi” (cosa si intenda, però, con “prossimità” non è affatto chiaro).
Con questa previsione si finisce per derogare al divieto di esercizio di nuove attività in mare, che ricadano entro le miglia marine dalla costa protette.
Individuate tali risorse, il Ministero dello Sviluppo Economico può autorizzare per massimo cinque anni – prorogabili per altri cinque – progetti “sperimentali” di coltivazione di giacimenti di idrocarburi.
Questa è la visione di sostentamento attraverso le energie rinnovabili del nostro premier.
La distruzione dell’ambiente non ferma qui, infatti: saranno nominati i commissari straordinari per la realizzazione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti in Campania!
[divider]
[divider]
Tutto questo, a loro dire, strategico. A noi sorge una domanda: perché sono strategici?
Perché se esiste una ‘strategia’ – a noi parlamentari sconosciuta – del Paese, è evidente che gli enti locali non si possono opporre alla loro realizzazione, poiché “calato dall’alto”.
Il governo, inoltre, risulta incurante delle infrazioni Ue alle porte per il NON rispetto della direttiva 2006/12/CE, agli articoli 4 e 5 , né della procedura d’infrazione 2007/2195, né della causa C-297/08”.
In questo modo, lo stato annienta l’unica vera strategia in fatto di RSU (rifiuti solidi urbani) che è quella europea. La visione di questi impianti in EU è di “un male necessario”, mettendo al primo posto la riduzione della produzione di rifiuti, al secondo la raccolta differenziata e solo al terzo posto gli inceneritori, preferiti solo alle discariche.