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Intelligence Collettiva: i dati, l’informazione e il linguaggio

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dati, informazioni e linguaggio

Ciao a tutti,

siamo pronti per affrontare il primo video della serie Informazione, comunicazione e sicurezza. Oggi approfondiremo i concetti di dato, informazione linguaggio.

Come vi ho già accennato questo lavoro è parte integrante della tesi del Master di II livello in Intelligence e Sicurezza conseguito nel 2016:
“INTELLIGENCE COLLETTIVA”: Un futuro modello di gestione dell’informazione pubblica, ex ante, in itinere, ex post evento critico.

Ma partiamo subito e mi raccomando… commentate, criticate e proponete le vostre idee sotto questo video.

Da sempre l’uomo cerca di interpretare al meglio la realtà per coglierne l’essenza, analizzare le logiche del suo funzionamento e creare delle leggi utili alla costruzione di regole di comportamento comuni.

Questo processo di ricerca è sempre esistito, dalle forme più primitive di aggregazione alle tribù, dalle primordiali comunità organizzate alla formazione delle grandi civiltà, dalle prime strutture nazionali alle moderne organizzazioni sovranazionali.

Questo desiderio di conoscenza è sempre esistito e continuerà incessantemente a vivere nel nostro animo perché è in questa ricerca continua che scorgiamo il significato stesso della vita.

In tutta la storia dell’umanità si sono avvicendati innumerevoli metodi di studio che hanno osservato e interpretato le leggi che governano la natura e l’uomo.

Le scienze economiche, sociali e politiche hanno elaborato modelli di interpretazione della realtà sempre più complessi fino a tessere l’intelaiatura culturale dell’era contemporanea.

Il motore più potente per la costruzione e la diffusione delle idee che hanno inciso nella moderna concezione del vivere associati è certamente l’informazione.

Potenzialmente “tutto è informazione” e i nuovi studi interdisciplinari dedicati all’analisi delle sue implicazioni fisiche, sociali e psicologiche si interrogano principalmente su quali leggi oggettive possano governare questo concetto così complesso.

L’informazione è l’elemento chiave nella costruzione consapevole di obiettivi e soluzioni.

La qualità e la quantità delle informazioni in nostro possesso determinano la nostra capacità di previsione ed azione.

Solo attraverso la combinazione, il raffronto e la scelta tra più informazioni superiamo in modo agevole un’incertezza per fare una determinata scelta.

Facciamo un passo indietro e partiamo dal significato di dato affermando che esso è “un elemento conosciuto”, una descrizione elementare di un’entità, di un fenomeno, di una transazione, di un avvenimento.

I dati possono presentarsi sotto diverse forme: cifre, numeri, lettere di un alfabeto, immagini statiche, immagini in movimento e suoni. Ma in che modo un dato si trasforma in informazione?

Un’informazione è il significato che due o più persone, all’interno di una comunità o di un contesto sociale più grande, attribuiscono a uno o più dati.

Possiamo affermare, quindi, che l’informazione è l’assemblaggio, per così dire, di una serie di dati che analizziamo e confrontiamo e a cui diamo un certo valore per effettuare le nostre scelte.

Anche nelle più recenti definizioni informatiche il dato viene rappresentato come un elemento informativo costituito da simboli che, solo dopo essere stati elaborati, producono informazioni.

Leggendo quindi le definizioni più diffuse ci accorgiamo immediatamente che il significato della parola informazione racchiude in sé diverse sfaccettature e, allargando il campo semantico, si potrebbe dire che la sua “forma” si plasma attraverso l’analisi ed il confronto dei dati, la loro elaborazione, il significato e il valore che gli associamo e la modalità di comunicazione per cui nasce o si trasforma.

Prendendo in prestito alcuni studi di Pierre Lévy sulle implicazioni sociali e culturali dovute alla continua scoperta e immediata stratificazione di nuovi metodi, forme e strumenti del linguaggio possiamo provare a disegnare una interessante scala temporale in cui al primo gradino c’è il semplice scambio verbale e in cima alla rampa il complesso mondo degli ipertesti.

scala linguaggio blog

Si parte con la forma più primitiva, l’oralità, ciò che è detto, comunicato o trasmesso a voce, ciò che ancora oggi è la forma più estesa di trasmissione culturale nel mondo, l’unica in molte popolazioni.

Al secondo gradino della scala evolutiva del linguaggio si colloca l’ideografia, la rappresentazione grafica delle idee, l’uso dei simboli che si pongono in rapporto immediato con un contenuto mentale, il sistema che sta alla base delle antiche scritture sumera ed egiziana e della scrittura cinese, la prima forma di memoria statica che può vivere al di fuori della mente umana perché da essa scollegata.

Il gradino successivo è l’alfabetismo, il principio e sistema di scrittura alfabetica, la diffusione della lettura e della scrittura, attività umane per molto tempo riservate ad un élite di custodi del sapere. Con questi nuovi codici condivisi si sono iniziati a trasmettere molto più velocemente, e con maggiore incisività, idee, concetti e modelli universali come le religioni, le scienze e le dottrine politiche.

Il quarto gradino della scala evolutiva del linguaggio è occupato dalla nascita e dallo sviluppo dei mass media. Stampa, radio e televisione hanno alterato radicalmente il linguaggio e contribuito a diffondere messaggi in modo capillare e molto più diretto. I grandi media hanno vissuto sempre una dicotomia, sono stati infatti da un lato il megafono del potere politico, religioso ed economico dominanti e dall’altro hanno dovuto necessariamente dare eco alle più grandi rivoluzioni civili e culturali sviluppatesi nelle società moderne.

In cima alla scala c’è il cyberspazio, le reti di comunicazione digitale che permettono di essere ovunque, in qualunque momento e con diverse modalità espressive: immagini, musica, video, parole, simboli, suoni. A differenza dei precedenti spazi di comunicazione il cyberspazio ha innalzato la portata del suo linguaggio e della diffusione dei suoi messaggi ad un livello globale.

Questa sequenza temporale va vista come un percorso in continua evoluzione, un processo di continua stratificazione che ad ogni nuovo passo non cancella assolutamente tutte le forme di linguaggio precedenti. Ogni singola forma di linguaggio che ha cambiato improvvisamente il modo di comunicare informazioni non diventerà quindi mai obsoleta continuando a produrre costantemente effetti nello sviluppo culturale di una qualsivoglia società.

Ma quali sono, e come sono cambiate nel tempo, le fonti di approvvigionamento delle informazioni?

Ne parleremo nella prossima pillola della serie Informazione, comunicazione e sicurezza!

Intelligence Collettiva: evoluzione delle fonti e mass media

1 COMMENT

  1. Buonasera, sino a qui tutto chiaro. Non mi convince molto l’idea che l’ideografia stia ad uno stato evolutivo inferiore.
    A presto
    FL

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